Younited Credit è una fintech attiva nell’ambito del credito al consumo dal 2011 e presente nei principali mercati dell’Europa continentale: Francia (dove è nata), Italia (secondo mercato, dove è sbarcata nel 2016), Spagna, Portogallo e Germania. Alla fine del marzo scorso il gruppo impiegava 350 dipendenti, 90 dei quali in ricerca e sviluppo tecnologico e data analysis. Oltre ai fondatori e al top management, l’azionariato vede il gruppo bancario e assicurativo Crédit Mutuel ARKEA, l’operatore di private equity Eurazeo e il fondo sovrano francese Bpifrance. Sinora il gruppo ha raccolto oltre 150 milioni,. E, secondo indiscrezioni, prima della chiusura dell’anno in corso potrebbe tornare sul mercato per un mini-round di finanziamento.
Tommaso Gamaleri è il ceo in Italia di Younited Credit. E in questa intervista spiega quali sono i piani di sviluppo del gruppo e quale impatto sta avendo il periodo di autoisolamento e distanziamento sociale dovuto all’emergenza sanitaria.
Qual è il business model di Younited Credit?
Coniughiamo l’esigenza dei privati di finanziare i consumi con l’interesse degli investitori a individuare fonti di rendimento nuove e diversificate. I prestiti ai privati, infatti, confluiscono all’interno di fondi alternativi accessibili a investitori istituzionali e professionali, come assicurazioni, fondi pensione, banche, enti nonprofit, fondi di investimento, family office e high net worth individuals.
Cosa vi differenzia dalle altre piattaforme che erogano credito?
Abbiamo una licenza bancaria, quindi abbiamo a disposizione l’intero spettro di azione che hanno le banche di credito al consumo tradizionali. Al centro del modello di business c’è la piattaforma digitale di credito: individui e famiglie possono richiedere un prestito personale in modalità 100% online e paperless.
Quali sono i numeri dei prestiti erogati?
Al marzo scorso avevamo concesso oltre trecentomila prestiti, per un valore complessivo di circa 1,6 miliardi. Concediamo prestiti che oscillano tra mille e cinquantamila euro, con una durata da un minimo di sei mesi a un massimo di sette anni.
E in Italia?
Sinora abbiamo erogato prestiti compresi fra tremila e cinquantamila euro, ma stiamo ragionando anche su tagli più piccoli, di qualche centinaio di euro, un servizio che già esiste in Francia.
Quali sono le dimensioni dei prestiti personali in Italia?
Il mercato complessivamente ammonta a 25-27 miliardi l’anno, di cui il 4-5% sinora riguardava piattaforme online, ovvero circa 1 miliardo. Younited Credit ha una quota di mercato del 10-12% : in quattro anni abbiamo erogato oltre 300 milioni di euro.
Quante domande ricevete?
Riceviamo fino a 6mila richieste in un mese standard, con picchi di 2-300 giornaliere, persino 500 quando lanciamo iniziative promozionali, come i tassi allo 0,07% e allo 0,01%. Dal 2016 abbiamo erogato circa un milione di euro in crediti a tasso zero.
Utilizzate algoritmi e intelligenza artificiale per selezionare i debitori affidabili?
L’Italia ha un’enormità di informazioni creditizie: Bankitalia, Crif, Experian, il Consorzio tutela credito. Noi abbiamo un algoritmo proprietario che ci aiuta a fare “scouting” in quella mole di dati nel momento in cui dobbiamo associare il profilo del richiedente al prezzo, muovendoci attorno al tasso di mercato: se attualmente il Taeg medio è pari al 9%, noi ci attestiamo attorno al 7%, ma possiamo scendere al di sotto del 5% o salire al 12-13% in base al profilo. E diamo ai richiedenti un esito immediato direttamente sul nostro sito.
Quali obiettivi vi ponete per quest’anno?
Vogliamo mantenere l’erogato in tripla cifra. È difficile fare previsioni puntuali, ma il mercato, secondo me, perderà il 30% circa, scenderà a 20 miliardi; tra marzo e aprile ha registrato una contrazione di oltre il 50%. È vero, le famiglie hanno bisogno di credito, ma, in questa fase di incertezza, hanno posticipato i progetti di spesa. Il mercato online, intendo quello interamente digitale, secondo noi aumenterà del 20-40%. I nostri volumi hanno registrato un calo secco nei primi dieci giorni di lockdown, ma già ora siamo tornati ai livelli di gennaio.
Cosa frena gli italiani nel chiedere un prestito interamente online?
Secondo il nostro osservatorio, un italiano su quattro vorrebbe chiedere credito tramite un processo totalmente digitalizzato. Il mercato è pronto e lo spazio per crescere è enorme. È prevalentemente un tema di abitudine della domanda, che sinora è stata canalizzata verso le banche tradizionali e le finanziarie, che hanno una rete fisica.
E il Covid-19 come sta incidendo sulla mentalità degli italiani?
Giorno per giorno vediamo abbiamo visto crescere le richieste. I nostri clienti in media hanno 4045 anni, sono prevalentemente in smart working e hanno familiarità con gli strumenti digitali Inoltre, dai siti di comparazione ci arrivano domande di prestiti in numero sempre crescente. Banche e assicurazioni ci chiedono di avere il nostro prodotto sulle loro piattaforme.
E agli istituzionali cosa offrite?
Attraverso i fondi alternativi di debito possono investire in un’asset class che consente di diversificare i portafogli. I fondi di investimento gestiti da Younited sono focalizzati per Paese: il fondo FCT Younited France è stato lanciato a ottobre 2013; quello sui prestiti erogati in Italia, FCT Younited Italy, nel febbraio 2018. Attraverso un sistema di cartolarizzazione, i fondi investono nei prestiti selezionati ed emessi dalla piattaforma. Al marzo scorso il portafoglio del fondo Italy era composto da oltre 11mila prestiti, quello France da 67mila.