Tipologie di contratto per accedere ad un prestito: busta paga e inquadramento

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Con quali contratti e busta paga si accede ad un prestito?

Quando si richiede un prestito, la tipologia di contratto di lavoro e l’ammontare della busta paga giocano un ruolo fondamentale. Le banche e gli istituti di credito analizzano attentamente questi fattori per determinare se il richiedente ha la capacità di sostenere le rate di rimborso per tutta la durata del prestito. Ogni tipologia di contratto può influenzare in modo diverso l'esito della richiesta di prestito, a seconda della sua stabilità e della sicurezza economica percepita dall'istituto finanziario. Di seguito esamineremo le principali tipologie di contratto che possono avere un impatto sull'accesso a un prestito.

Prestito con contratto determinato

Richiedere un prestito con un contratto a tempo determinato è possibile, ma spesso comporta alcune restrizioni. Gli istituti di credito tendono a valutare la stabilità del richiedente analizzando la durata residua del contratto. Idealmente, i prestatori preferiscono contratti che abbiano una durata residua di almeno 12 mesi, poiché questo fornisce una maggiore sicurezza sulla capacità del richiedente di rimborsare il prestito. Inoltre, un rinnovo frequente del contratto può essere visto come un segno positivo di continuità lavorativa. In alcuni casi, per accedere al prestito con questo tipo di contratto, è possibile che venga richiesto un garante, che rappresenti una sicurezza aggiuntiva per l'istituto di credito.

Prestito con contratto da precario

I lavoratori con contratti atipici o situazioni di precariato spesso incontrano maggiori difficoltà nell’ottenere un prestito. Le banche considerano questi contratti meno stabili e, di conseguenza, più rischiosi. Tuttavia, esistono soluzioni alternative che possono facilitare l'accesso al credito anche per chi si trova in questa situazione. Ad esempio, chi ha un contratto precario può cercare di ottenere prestiti con garanzie aggiuntive, come l'inserimento di un coobbligato, oppure fornire altre garanzie patrimoniali come beni immobili. Queste soluzioni possono aumentare le possibilità di approvazione del prestito, riducendo il rischio percepito dalla banca. In alcuni casi, l'istituto di credito può anche tenere conto di eventuali risparmi accumulati o di entrate aggiuntive per facilitare l'accesso al prestito.

Prestito con contratto indeterminato

Il contratto a tempo indeterminato è considerato dagli istituti di credito la forma di contratto più favorevole per richiedere un prestito. Questo perché garantisce una continuità di reddito e offre una maggiore sicurezza rispetto alle altre forme di contratti. Le banche vedono in questo tipo di contratto una garanzia di stabilità economica, il che rende il richiedente un candidato più affidabile per ottenere il prestito. Con un contratto a tempo indeterminato, spesso non è necessario fornire un garante, poiché la stabilità lavorativa assicura già la capacità di rimborso. Inoltre, i richiedenti con contratto indeterminato possono accedere a importi di prestito più elevati e ottenere condizioni di rimborso più vantaggiose rispetto a chi ha contratti a termine.

Prestito con partita IVA

Anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti con partita IVA possono accedere a prestiti, ma il processo può essere leggermente più complesso rispetto a chi ha un contratto di lavoro subordinato. In questi casi, le banche richiedono documenti specifici che dimostrino il reddito e la continuità dell’attività, come il Modello Unico o i bilanci. È fondamentale dimostrare una storia finanziaria positiva, con un reddito costante o in crescita, per aumentare le probabilità di ottenere il prestito. L’anzianità della partita IVA e l’andamento del fatturato sono fattori chiave che influenzano la valutazione del richiedente. Più lunga è l'esperienza come lavoratore autonomo e più stabile è il fatturato, maggiori sono le possibilità di ottenere condizioni favorevoli per il finanziamento.

Quale è la busta paga minima per accedere ad un prestito?

La busta paga minima richiesta per accedere a un prestito può variare in base alla politica della banca o dell'istituto di credito. Tuttavia, generalmente, un reddito netto mensile considerato sufficiente si aggira intorno ai 1.000 euro. Alcune banche possono accettare importi inferiori, ma potrebbero richiedere ulteriori garanzie o condizioni particolari. È cruciale che la rata mensile del prestito non superi una determinata percentuale del reddito, solitamente fissata intorno al 30%, per garantire che il richiedente possa sostenere senza difficoltà anche altre spese fisse o necessità finanziarie. Inoltre, la banca valuta la stabilità del reddito e le eventuali entrate aggiuntive che possono contribuire a migliorare il profilo creditizio del richiedente.

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